Fisico olandese. Professore di Fisica
all'università di Leida (1894) e di Amsterdam (1900), venne nominato
accademico pontificio nel 1936 e socio straniero dei Lincei nel 1909. Si
dedicò principalmente a ricerche di ottica fisica, scoprendo il fenomeno
che da lui prende il nome: tale scoperta gli meritò il premio Nobel per
la fisica nel 1902. (Zonnemaire, Zelanda 1865 - Amsterdam 1943). ║
Effetto Z.: fenomeno magnetoottico scoperto dallo
Z. nel 1896, che
si verifica quando una sorgente luminosa viene immersa in un campo magnetico. In
tale situazione si osserva una scissione di una riga spettrale in componenti di
frequenza molto vicina a quella emessa dalla medesima sorgente in assenza del
campo. L'effetto
Z. può presentarsi con caratteristiche diverse:
nell'
effetto Z.
normale, che si verifica solo in alcuni casi
più semplici, una riga si scinde in due righe se osservata nella
direzione del campo magnetico (
effetto Z.
longitudinale), ed in
tre righe, se osservata in direzione perpendicolare a quella del campo
(
effetto Z.
trasversale). In genere, tuttavia, le componenti sono
più di tre: si parla in questo caso di
effetto Z.
anomalo.
L'interpretazione di entrambi i fenomeni, normale e anomalo, può essere
data nell'ambito della meccanica quantistica, almeno per campi magnetici non
troppo intensi. L'effetto
Z. viene utilizzato in fisica in più
ambiti, ad esempio per la determinazione del rapporto tra carica e massa
dell'elettrone; trova applicazione anche in astronomia, per studiare il campo
magnetico dei corpi celesti, con tecniche che sono state perfezionate sempre
più negli ultimi decenni.